''Avete spesso sentito dire che Siracusa è la più grande città greca, e la più bella di tutte. La sua fama non è usurpata: occupa una posizione molto forte e inoltre bellissima da qualsiasi direzione vi si arrivi, sia per terra che per mare, e possiede due porti quasi racchiusi e abbracciati dagli edifici della città. Questi porti hanno ingressi diversi, ma che si congiungono e confluiscono all'altra estremità. Nel punto di contatto, la parte della città chiamata l'isola (Ortigia), separata da un braccio di mare, è però riunita e collegata al resto da uno stretto ponte. La città è così grande da essere considerata come l'unione di quattro città grandissime: una di queste è la già ricordata 'isola', che, cinta dai due porti, si spinge fino all'apertura che da accesso ad entrambi.

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Nell'isola c'è la reggia che appartenne a Ierone II, ora utilizzata dai pretori e vi sono molti templi, tra i quali i più importanti sono quello di Diana e quello di Minerva, ricco di opere d'arte prima dell'arrivo di Verre. All'estremità dell'isola c'è una sorgente di acqua dolce, chiamata Aretusa, brulicante di pesci e così situata che le onde del mare la sommergerebbero se non fosse protetta da una massiccia diga di pietra. L'altra città è chiamata Acradina, dove c'è un grandissimo Foro, bellissimi portici, un pritaneo ricco di opere d'arte, un'amplissima curia e un notevole tempio di Giove Olimpio; il resto della città, che è occupato da edifici privati, è diviso per tutta la sua lunghezza da una larga via, tagliata da molte vie trasversali. La terza città, chiamata Tycha perché in essa era un antico tempio della Fortuna, contiene un amplissimo ginnasio e molti templi: si tratta di un quartiere molto ricercato e con molte abitazioni. La quarta viene chiamata Neapolis (città nuova), perché costruita per ultima: nella parte più alta dì essa c'è un grandissimo teatro, e inoltre due importanti templi, di Cerere e di Libera, e la statua di Apollo chiamata Temenite, molto bella e grande, che Verre, se avesse potuto, non avrebbe esitato a portar via.'' (Verrine, II 4,117-119). Così Marco Tullio Cicerone, descrive Siracusa nelle sue Verrine, orazioni accusatorie che il noto giurista pronunciò nel 70 a.C. nel Foro romano contro Gaio Verre, governatore della Sicilia dal 73 al 71 a.C., accusato di concussione per aver depredato i siciliani con tributi non dovuti. Dai tempi di Cicerone la città ha subito notevoli cambiamenti ma è riuscita a mantenere inalterata la struttura originaria. Situata nella parte sud-orientale della Sicilia, sul Mar Ionio, Siracusa si estende in parte sulla piccola Isola d'Ortigia, che separa le insenature del Porto Grande e del Porto Piccolo ed è collegata con la terraferma tramite un ponte. Ortigia è il vero centro storico di Siracusa e mostra, senza soluzioni di continuità, tutte le epoche che ha attraversato dalla fondazione ai giorni nostri. I Greci, i Romani, i Bizantini, gli Arabi, i Normanni, gli Svevi, gli Aragonesi, i Catalani, i Savoia.. Tra tutti destano comunque grande interesse Il tempio di Apollo, il Ginnasio ed il Foro.